Il 57° rapporto del Censis da poco diffuso, strumento riconosciuto come tra i più qualificati per fotografare la situazione sociale italiana, conferma quanto il Sistema Sanitario Nazionale soffra una cronica mancanza di risorse che sono “strutturalmente inferiori” rispetto a Paesi europei analoghi al nostro.
Dal confronto internazionale emerge che nel periodo 2012-2019 in Italia la spesa sanitaria pubblica ha registrato un -0,4%, in Francia un +15,0%, in Germania un +16,4%, numeri che riflettono risorse pubbliche per il SSN declinanti nel tempo e strutturalmente inferiori. Un altro fronte critico è il ricambio del personale sanitario: il tasso di turnover, il rapporto tra assunti e cessati in un anno, è pari a 90% per i medici e a 95% per gli infermieri.
Nell’anno trascorso il rapporto degli italiani con la sanità è stato segnato dalla presa d’atto della fine delle promesse fatte da molti Governi e Regioni. Per il 75,8% è diventato più difficile accedere alle prestazioni sanitarie nella propria regione a causa di liste di attesa sempre più lunghe. Il 71% dichiara che in caso di visite specialistiche necessarie o accertamenti sanitari urgenti è pronto a rivolgersi a strutture private pagando di tasca propria. A causa delle promesse mancate, il 79,1% degli italiani si dichiara molto preoccupato per il funzionamento del Servizio Sanitario nel prossimo futuro, esprimendo il timore di non accedere a cure tempestive e appropriate in caso di malattia. L’esperienza delle difficoltà di accesso alla sanità radica nella coscienza collettiva l’idea che l’universalismo formale in realtà nasconda disparità reali, che ampliano le disuguaglianze sociali. L’89,7% si dice convinto che le persone benestanti hanno la possibilità di curarsi prima e meglio di quelle meno abbienti.
Anche i dati di Agenas, elaborati per la rubrica Dataroom del Corriere della Sera, certificano una certa emorragia di prestazioni non più fornite da servizi sanitari pubblici e che quindi denotano uno spostamento verso strutture private. A livello nazionale rispetto al 2019 la perdita di prestazioni erogate è evidente, con dei picchi regionali poco confortanti; solo nella nostra regione vengono erogate il 25% di visite in meno rispetto a tre anni fa! Un dato a dir poco preoccupante.
Il contesto attuale e le previsioni demografiche di una popolazione sempre più anziana e sempre con meno occupati non fa che peggiorare le prospettive future obbligando le persone a serie riflessioni sulla sanità. Accedere a prestazioni veloci in strutture private può rappresentare un costo ingente, per cui sempre di più giocheranno un ruolo fondamentale le polizze sanitarie personali oppure il welfare aziendale offerto ai dipendenti come benefit.
Servizi Assicurativi Voltan già da anni propone soluzioni personali che aiutano a risolvere questo grave problema; grazie a Generali e al network di strutture convenzionate, i nostri clienti possono accedere velocemente e a costo ridotto a tanti servizi che altrimenti sarebbero fruibili da SSN con interminabili liste d’attesa.
Fonti:
57° Rapporto Censis/ Per la sanità pubblica risorse “strutturalmente inferiori” ai big Ue e shortage di personale. L’80% degli italiani è “molto preoccupato” per il futuro del Ssn e oltre 7 persone su 10 guardano al privato per aggirare le attese.
di Barbara Gobbi – Il Sole 24 Ore
Sanità: liste d’attesa per visite ed esami: ecco perché sono sempre più lunghe
di Milena Gabanelli e Simona Ravizza – Dataroom, Il Corriere della Sera